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Il Fatto Quotidiano

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domenica 31 gennaio 2010

I miei sogni di anarchia

E lei viveva nei suoi sogni e la sua voglia di imparare
In fretta il metodo inglese e cucinare fare l'amore.
Lei impazziva per le ricerche di cosmesi rimmel e maquillage
Le letture Pavesi, Gisbert, De Gregori e fiumi di la
Legato alle tradizioni.
Ma io l'amavo e lei amava me
Nei suoi sogni ritrovavo anche un po' di me .
E lei scopriva ogni giorno il valore del denaro e le conseguenze
Toccava il cielo con un dito e sanava le ferite con la rivoluzione
Ancora i poeti e un nuovo sound delle balere e forse amanti
ed il '68 raccontato e le conquiste, le canzoni che dicevano
Io l'amavo e lei amava me
Nei suoi sogni ritrovavo anche un po' di me .
Le bugie le poesie i racconti e la paura
L'inflazione, le battaglie l'egoismo della razza,
la stagione dei colori un bicchiere e le memorie
vecchi libri e dischi rock, un sudario e mille storie
le panchine dei viali e le strane fantasie
le bugie, le poesie e le strane cose che
stritolavano il passato il feudalesimo e l'anarchia,
i sogni, l'anarchia i mie sogni d'anarchia...

La mia canzone preferita di Rino

Vorrei Che Fossi Qui

sabato 30 gennaio 2010

Pink Floyd

Lost For Words

Lost For Words

Pink Floyd




I was spending my time in the doldrums
I was caught in the cauldron of hate
I felt persecuted and paralyzed
I thought that everything else would just wait

While you are wasting your time on your enemies
Engulfed in a fever of spite
Beyond your tunnel vision reality fades
Like shadows into the night

To martyr yourself to caution
Is not going to help at all
Because there'll be no safety in numbers
When the Right One walks out of the door

Can you see your days blighted by darkness?
Is it true you beat your fists on the floor?
Stuck in a world of isolation
While ivy grows over the door

So I open my door to my enemies
And I ask could we wipe the slate clean
But they tell me to please go fuck myself
You know you just can't win



Perso Per Le Parole

Trascorrevo il mio tempo nella tristezza
catturato nel calderone dell’odio,
mi sentivo perseguitato e paralizzato,
pensavo che tutto il resto avrebbe aspettato.

Mentre sprechi il tuo tempo con i nemici
affogato in una febbre di vendetta,
al di là del tuo vista ostruita la realtà svanisce
come ombre nella notte.

Torturarti per essere cauto
non sarà affatto di aiuto
perché non ci sarà salvezza nei numeri
quando il Giusto esce dalla porta.

Riesci a vedere i tuoi giorni rovinati dalle tenebre?
È vero che batti i pugni sul pavimento?
Incastrato in un mondo di isolamento
mentre l'edera cresce sopra porta.

Così apro la porta ai miei nemici
e chiedo “possiamo cancellare la lavagna?”
ma mi dicono cortesemente di andare a quel paese,
vedi, semplicemente non puoi vincere.

Carlo Verdone

Mitica scena Il grande Lebowsky...Jesus

martedì 26 gennaio 2010

Malinconia

lunedì 25 gennaio 2010

Pistoia

sabato 23 gennaio 2010

Blues

domenica 17 gennaio 2010

La strada

venerdì 15 gennaio 2010

mercoledì 13 gennaio 2010

Addio

"Nell'anno '99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico..."

Addio

Quattro stracci

Francesco Guccini "Quattro stracci"

E guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai.
Sigaretta o penna nella mia destra, simboli frivoli che non hai amato mai;
quello che ho addosso non ti è mai piaciuto, racconto e dico e ti sembro muto,
fumare e scrivere ti suona strano, meglio le mani di un artigiano
e cancellarmi è tutto quel che fai;
ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare
e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai!

Non sai che ci vuole scienza, ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità,
ma maturo o meno io ne ho abbastanza della complessa tua semplicità.
Ma poi chi ha detto che tu abbia ragione, coi tuoi "also sprach" di maturazione
o è un' illusione pronta per l'uso da eterna vittima di un sopruso,
abuso d' un mondo chiuso e fatalità;
ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare,
ma non raccontare a me che cos'è la libertà!

La libertà delle tue pozioni, di yoga, di erbe, psiche e di omeopatia,
di manuali contro le frustrazioni, le inibizioni che provavi quì a casa mia,
la noia data da uno non pratico, che non ha il polso di un matematico,
che coi motori non ci sa fare e che non sa neanche guidare,
un tipo perso dietro le nuvole e la poesia,
ma ora scommetto che vorrai provare quel che con me non volevi fare:
fare l' amore, tirare tardi o la fantasia!

La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla,
ma costa poco, val quel che vale, e nessuno ti può più impedire di adoperarla;
io, se Dio vuole, non son tuo padre, non ho nemmeno le palle quadre,
tu hai la fantasia delle idee contorte, vai con la mente e le gambe corte,
poi avrai sempre il momento giusto per sistemarla:
le vie del mondo ti sono aperte, tanto hai le spalle sempre coperte
ed avrai sempre le scuse buone per rifiutarla!

Per rifiutare sei stata un genio, sprecando il tempo a rifiutare me,
ma non c'è un alibi, non c'è un rimedio, se guardo bene no, non c'è un perchè;
nata di marzo, nata balzana, casta che sogna d' esser puttana,
quando sei dentro vuoi esser fuori cercando sempre i passati amori
ed hai annullato tutti fuori che te,
ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri,
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è...

CIRANO DE BERGERAC - La Catarsi

Francesco Guccini..Cirano

martedì 12 gennaio 2010

lunedì 11 gennaio 2010

Pink Floyd" Comfortably Numb" dall album (The wall)

La canzone dell'amore perduto...Faber