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Il Fatto Quotidiano

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giovedì 9 dicembre 2010

mercoledì 24 novembre 2010

mercoledì 17 novembre 2010

giovedì 11 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

venerdì 29 ottobre 2010

Un'altro giorno è andato

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l' oggi dove è andato l' ieri se ne andrà.
Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai...

Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza...
Le porte dell'estate dall' inverno son bagnate:
fugge un cane come la tua giovinezza.
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa?

Nel sole dei cortili i tuoi fantasmi giovanili
corron dietro a delle Silvie beffeggianti,
si è spenta la fontana, si è ossidata la campana:
perchè adesso ridi al gioco degli amanti?
Sei pronto per gettarti sulle strade,
l' inutile bagaglio hai dentro in te,
ma temi il sole e l' acqua prima o poi cadrà
e il tempo andato non ritornerà...

Professionisti acuti, fra i sorrisi ed i saluti,
ironizzano i tuoi dubbi sulla vita,
le madri dei tuoi amori sognan trepide dottori,
ti rinfacciano una crisi non chiarita:
la sfera di cristallo si è offuscata
e l' aquilone tuo non vola più,
nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi...

Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,
il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.
Nel seme al vento afferri la fortuna,
al rosso saggio chiedi i tuoi perchè,
vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più...

E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà!
Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà,
il tempo andato non ritornerà...

Francesco Guccini - Un Altro Giorno è Andato

ELIO E LE STORIE TESE bunga bunga

giovedì 28 ottobre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

martedì 14 settembre 2010

venerdì 10 settembre 2010

giovedì 9 settembre 2010

giovedì 2 settembre 2010

Woodstock 5 Stelle a Cesena

beppewoodstock.jpg

Allora si fa!
Woodstock 5 Stelle si terrà a Cesena il 26 settembre. E' colpa vostra! Mi avete messo con le spalle al muro con i vostri 3800 commenti e migliaia di email. Non ci si comporta così. A una richiesta di aiuto fatta in un momento depressivo dovuto all'avvicinarsi del mio 59simo compleanno (lo so ne dimostro meno e ne ho di più, 59 è un numero di compromesso) non si risponde con tanto entusiasmo. Ci godete a farmi commuovere... lo fate apposta per mettermi in difficoltà. Dovrò passare il mese di agosto a organizzare, lavorare, telefonare e pagare i fornitori. In famiglia mi odiano e ho il sospetto che stiano per chiedere la mia infermità mentale per spartirsi l'eredità prima di Woodstock. Parlano sempre più spesso sottovoce in cucina mentre scrivo al pc. Sto già provando i blues alla tastiera, Woodstock lo avete voluto voi e non potrete lamentarvi se suonerò, canterò, vi bagnerò di sudore dal palco per un'ora.
Woodstock 5 Stelle non sarà solo musica, sarà anche futuro. Per ognuna delle 5 Stelle del MoVimento parteciperà un esperto mondiale. Un momento di parole nuove, di emozione, in cui i pensieri diventano progetti, i nickname del blog visi, amicizie.
L'Italia è pietrificata, le porte e le finestre chiuse. Ho letto un giornale soprappensiero, due/tre articoli, era di 2 settimane fa, l'ho capito dopo e non mi sono accorto della differenza. L'informazione è immobile. I giornalisti scrivono di altri giornalisti. I politici applaudono o criticano altri politici. Le televisioni fanno la rassegna stampa dei giornali e invitano i politici. E' un eterno oggi, un mortaio in cui si pesta acqua marcia. Da mesi si parla di legge bavaglio, la stessa più o meno che propose il governo Prodi. Ne discutono personaggi che si sono imbavagliati da sempre per servire il loro padrone di sinistra, di destra, di centro. A cosa serve parlare di bavaglio quando ormai anche i bambini sanno del coinvolgimento dello Stato nell'omicidio di Paolo Borsellino e non succede nulla? Il momento della parola, dell'emendamento, del confronto dialettico, di dieci/dodici leaderini di partito che non contano un cazzo sta finendo. Dalle parole si deve passare all'azione per il Nuovo Mondo che verrà. Che io non forse non vedrò, ma i ragazzi e le ragazze di Woodstock certamente sì.
Musica e futuro si alterneranno dal mattino alla notte del 26 settembre. Stiamo attrezzando spazi per camper e tende. L'ingresso è gratuito, chi vuole può fare una donazione, su richiesta di molti ci saranno spazi per le famiglie e i bambini. Un grazie a voi che quando serve (e talvolta serve) mi tirate su, all'amministrazione comunale di Cesena per la sua disponibilità e ai molti artisti che hanno risposto all'appello. Per dare spazio a tutti Woodstock dovrebbe durare una settimana. Belin, sono commosso, disgraziati!







Il Teatro degli Orrori - È colpa mia -

mercoledì 1 settembre 2010

lunedì 30 agosto 2010

sabato 21 agosto 2010

Rimborsi elettorali: i fatti contro le parole

| 34 comenti

RimborsiGU.JPG

La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana è uno strumento di pubblicità di leggi e decreti sicuramente importante, ma poco attraente per i "non addetti ai lavori". Il numero pubblicato ieri, il 175, contiene invece un provvedimento che attendevamo con impazienza di vedere pubblicato, vale a dire la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati sulla ripartizione dei rimborsi elettorali per le elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010.

...

Beppe Grillo alla London School of Economics (Londra) - Gennaio 2010

lunedì 16 agosto 2010

giovedì 12 agosto 2010

martedì 10 agosto 2010

venerdì 6 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

mercoledì 4 agosto 2010

martedì 3 agosto 2010

For Once In My Life

Mia Martini E non finisce mica il cielo (Video-Clip)

Pearl Jam-Black

Pearl Jam - Just Breathe (unofficial video)

Giustizia & impunità | di Redazione Il Fatto Quotidiano

3 agosto 2010

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Inchiesta sulle bombe del ’93, Berlusconi e Dell’Utri indagati per strage

Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri sono iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze. Per strage. Lo scrive oggi il quotidiano l’Unità, rivelando che il presidente del Consiglio e il senatore Pdl compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette, “Autore Uno” e “Autore Due”, come già successe nella prima indagine sulle stragi del 1993, poi archiviata nel 1998. “Da settimane, forse da mesi”, scrive sull’Unità Claudia Fusani, “risultano iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze che da 17 anni indaga senza sosta sui mandanti occulti di quelle bombe che hanno ucciso sette persone, ne hanno ferite decine e messo in ginocchio l’Italia, che in quella primavera, dopo le bombe che nel 1992 avevano ucciso Falcone e Borsellino, si trovò a un passo dall’abisso e dal golpe”.
Il salto di qualità dell’inchiesta è stato determinato innanzitutto dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il boss di Brancaccio, vicino ai fratelli Graviano, poi diventato collaboratore di giustizia. “I Graviano mi dissero che gli attentati di Firenze, Milano e Roma non ci appartenevano. Quello era terrorismo. Ma mi dissero anche che era bene portarsi dietro questi morti, così chi si doveva muovere si sarebbe mosso”. E ancora: “Giuseppe Graviano mi disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo. Mi parlò di Berlusconi e Dell’Utri: con loro ci eravamo messi il paese nelle mani”.
Ora l’indagine di Firenze, coordinata dai sostituti procuratori Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini e dal procuratore Giuseppe Quattrocchi, dopo un anno di lavoro, ha ottenuto una proroga di altri sei mesi. Dovrà trovare riscontri alle dichiarazione “de relato” di Spatuzza sulle bombe del 1993 agli Uffizi, al Pac di Milano, a due basiliche romane e sul fallito attentato allo stadio Olimpico della capitale.

Il partito dell'amore cieco - TONY TROJA

lunedì 2 agosto 2010

venerdì 23 luglio 2010

domenica 18 luglio 2010

mercoledì 14 luglio 2010

Paolo Rossi a Che tempo che fa 2009/02/21

li pensieri vengono scrivendo

Paolo Rossi Chi è il tiranno dal trattato del 1777 89 ''Della tirannid...


13 luglio 2010

Le metamorfosi di Liofredi, da cantante a ‘direttore precario’ Ciuffo ribelle, vestaglia bianca, sguardo languido. E una biondona danese accanto: “Tell me, my future!”, cantava negli anni ’80, il giovane Massimo Liofredi. E chissà che futuro avrà il direttore di RaiDue, una parodia italiana di Patrick Swayze, l’attore di Ghost: “Studiavo Medicina, giocavo a pallone e…”. E ballava il mango, intonava pezzi da spiaggia per il gruppo Kristal: musica commerciale, inglese arrangiato, video caserecci (riemersi su Youtube) da far impallidire Nino D’Angelo. Dal palco del Festivalbar ai sacri corridoi di viale Mazzini. Due parentesi brevi: la carriera artistica è finita, la direzione di RaiDue è in scadenza.

Liofredi ha trascorso un decennio nella bottega del servizio pubblico, ingresso da apprendista e uscita da dirigente con le stellette. Un volo incredibile con doppio paracadute, l’amicizia di Pippo Baudo e l’ascendente di Forza Italia, e poi l’abitudine a fare di tutto un po’: responsabile di studio, autore e forse autista, vice e capostruttura. Il luglio scorso per l’ultima infornata di nomine, l’apoteosi delle spartizioni politiche, Mauro Masi l’ha proposto per la seconda rete. Non serve sfogliare il curriculum per capire, basta leggere il mittente: Silvio Berlusconi. Il successo di Phon man – terzo soprannome, assieme a Kristal e Belli capelli – spettinò i progetti della Lega Nord che, dalle prime scampagnate di Pontida, lotta e governa per trapiantare un canale a Milano. E da tempo Antonio Marano, l’inviato a Roma, rosicchiava potere a viale Mazzini. Non c’era pioggia né vento nel giorno di gloria di Liofredi, ma un brutto segnale: il voto contrario della leghista Bianchi Clerici, per l’occasione in minoranza con Rizzo Nervo e Van Straten del Pd.

L’ex dirigente di Domenica In aveva una missione in agenda: bloccare Annozero, zittire Michele Santoro. E durante la presentazione del programma, svestendo il sorriso da filmato dei Kristal, Liofredi picchiava duro: “Io farei a meno di Annozero. Mi piacerebbe vedere un bel contenitore di politica. Tu – diceva rivolto al conduttore – fai un certo tipo di televisione, una specie di inquisizione mediatica, che a me non piace. Ma non è un fatto personale”. Sembra un predestinato: entra in campo e difende la posizione, degno erede di zio Giacomo Losi, ex capitano e sempre Core de Roma. Liofredi conosce la tattica per parentela, e così inizia a fare ostruzione: giudica (male) gli ospiti di Santoro, guarda (bene) le regole e scatena l’ufficio legale, invia fax e stacca il telefono. Tanto rumore per nulla.

In tre mesi, punzecchiato da il Giornale di famiglia, il direttore viene scaricato. Cambia personalità per resistere: “Il palinsesto? Ah! Non è il mio. Ho fatto solo ritocchi”. E Annozero? “Noi puntiamo su Santoro e Monica Setta”. Liofredi pagherà pure la sintonia con la giornalista de il Fatto del giorno: la Setta esulta per una seconda serata, Pierluigi Paragone precipita il venerdì sera. Ennesimo sgarbo ai leghisti, i padani dalla memoria lunga. A Pasqua preparano la sorpresa per Liofredi, sembra già licenziato per Gianvito Lomaglio, un fedelissimo.

Ogni Consiglio di viale Mazzini sembra annunciare l’addio di Liofredi. E allora cerca il colpo di teatro: accompagna Santoro nella conferenza di fine anno, declama audience e share di Annozero. Arrossisce per l’emozione (e l’imbarazzo): “Felice di essere qui”. Con il tono garbato di un ospite. Una capriola mediatica – contro e pro Santoro – da oro olimpico. Liofredi batte la concorrenza di Lomaglio, indicato dal viceministro Romani e mira il prossimo nemico Susanna Petruni, amica di Bonaiuti: “Faccio causa all’azienda”. E guadagna un’altra settimana di sopravvivenza: “Bè, sono un precario”.

sabato 10 luglio 2010

Neffa e I messaggeri della dopa - Aspettando il sole (Video clip Uffici...

Modena City Ramblers - I Cento Passi

Giustizia & impunità | di Antonella Mascali

10 luglio 2010

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L’amico giudice eletto a Milano con il sì di Mancino

“Non ti preoccupare. Ci facciamo anche a Berruti”. È il 22 ottobre del 2009 quando il giudice milanese Alfonso Marra discute per telefono con il faccendiere Pasquale Lombardi la strategia per essere nominato dal Csm presidente della Corte d’Appello di Milano. Uno dei gradi più alti e importanti di Palazzo di Giustizia. Lombardi ora è in carcere perché accusato di aver fatto parte di una sorta di nuova P2 in grado condizionare la politica e la magistratura e con Marra dimostra grande confidenza. L’operazione che i due progettano per telefono alla fine avrà successo. Marra otterrà la poltrona che tanto gli interessa. Solo che Giuseppe Maria Berruti, il consigliere togato del Csm su cui si voleva fare pressioni, dirà coraggiosamente di no e sarà l’unico esponente della sua corrente Unicost a continuare, assieme a Md e Movimento per la giustizia, ad opporsi alla promozione. Marra comunque ce la farà lo stesso. Lui del resto è fortissimo. Dietro di sé non ha solo gli strani confratelli della nuova P2 legati a Marcello Dell’Utri e Denis Verdini. Chi si muove con forza in suo favore è il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo – buon amico di questa nuova cricca – che, come Il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare, telefona personalmente ad alcuni membri del Csm per caldeggiare la nomina. Il tutto mentre, come raccontano fonti qualificate del Consiglio, il faccendiere Lombardi staziona in permanenza nei corridoi. A fare le spese di questa oscura manovra sarà così Renato Rordorf, giudice di Cassazione da tutti stimato per la sua preparazione. Era lui infatti il favorito. Ma le carte alla fine si mescolano. “Diversi consiglieri hanno cambiato idea, ci sono state pressioni politiche pazzesche”, dicono le fonti de Il Fatto. Alcuni hanno ricevuto pressioni direttamente da Caliendo. In vista della probabile nomina di Edmondo Bruti Liberati (poi avvenuta) a procuratore capo di Milano, il sottosegretario dice a uno dei membri del Csm: “Non devi votare Rordorf. Non possono andare due magistrati di sinistra (sono entrambi di MD) ai vertici degli uffici di Milano”. L’azione di lobbing del faccendiere Lombardi e di Caliendo emerge anche dalle intercettazioni (di cui non potremmo darvi conto se ci fosse già la legge bavaglio).
Lombardi, ex dc campano della provincia di Avellino, chiama la consigliera laica del centrosinistra, Celestina Tinelli. Incontra il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone. Chiama la segretaria del consigliere di Magistratura indipendente Cosimo Ferri (citato nell’inchiesta di Trani sulle pressioni per chiudere Annozero). Fa rapporto al sottosegretario Caliendo. Al telefono insulta il consigliere Berruti e se la prende anche con Ezia Maccora, la consigliera di Magistratura democratica che durante il plenum parlerà apertamente di “pressioni esterne alla magistratura”.
In una intercettazione tra Lombardi e la consigliera Tinelli si legge: “Lì è Berruti eh! È Berruti eh! Che ha creato il problema! Sia ben chiaro eh!….”. E Lombardi:” Allora pure Giacomo (Caliendo, ndr) deve vedere di poterlo sca… scannare a questo. Sennò qua non si esce”. Tinelli spiega ancora che il vicepresidente Nicola Mancino, “sta ragionando nel senso di votare per questo Rordorf…”. Ma al plenum il vice presidente (vedi intercettazione pubblicata qui sopra) cambia idea. E assieme al primo presidente della Cassazione Carbone vota per Marra.
Il vero problema, insomma rimarrà, Berruti. Lombardi lo sa e al telefono con Marra lo definisce “l’unico stronzo”.
Berruti è però irremovibile. E nel suo intervento al plenum spiega l’anomalia della scelta di Marra: il giudice tanto caro alla nuova P2 è da poco più di un anno presidente della Corte d’Appello di Brescia, non si può spostarlo dopo un lasso di tempo così breve. Poi denuncia che: “La spinta verso Marra risponde anche ad una diffusa quanto non chiaramente espressa domanda di riequilibrio dei direttivi di Milano. Il riequilibrio. Questo sarebbe peggio del peggior correntismo. Significherebbe ammettere, come assurdamente si teme in alcuni palazzi della politica, che le sentenze, certe sentenze, possono essere diverse a seconda del dirigente l’ufficio”. Il riferimento è tutto per le sentenze che riguardano la Fininvest di Berlusconi. E oggi leggendo delle pressioni della nuova P2 si capisce che forse Berruti aveva proprio ragione

A riveder le stelle

La "dama bianca" di Berlusconi alla Zanzara - SECONDA PARTE(6/07/2010)

Benigni con Enrico Berlinguer - tratto da Annozero del 12 Marzo 2009

venerdì 9 luglio 2010

il Bisbetico Domato - I corvi

Innamorato pazzo: tuffo strepitoso!

La nuova P2 di Denis Verdini
Ecco perché B. vuole il bavaglio

Il cuore del Popolo della libertà ha una vita segreta, un’attività sotterranea. Una “nuova P2” coagulata attorno al faccendiere Flavio Carboni. Le intercettazioni la svelano. Ed è per questo che Silvio Berlusconi dice che questa legge “è sacrosanta”

Il satrapo anziano vuole il bavaglio. “È sacrosanto”, ha detto a Studio Aperto, dopo aver fatto il giro delle radio e delle tv compiacenti, Tg1, Tg2, Tg4, per tentare di fermare gli smottamenti di consenso nella sua maggioranza e nel paese. L’eco delle sue parole risuona ancora in questo giorno di silenzio della stampa italiana. Un giorno in cui è più facile comprendere perché lo vuole a tutti i costi, il bavaglio: sono proprio le intercettazioni a permettere di sviluppare indagini come quella che ha scoperto una “nuova P2” coagulata attorno al faccendiere Flavio Carboni, non senza contatti con il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Le intercettazioni, impietose, continuano a disvelare il fondo melmoso e occulto del potere italiano. Scoprono i giochi segreti che si svolgono attorno a Silvio Berlusconi.

Carboni, finito in manette giovedì con altre due persone, è un “campione d’Italia”. Ha attraversato la storia di questo paese almeno a partire dagli anni Settanta, quando ha avviato affari con Berlusconi, sotto l’ombrello della P2, quella classica, quella di Licio Gelli, di Roberto Calvi (e, appunto, di Silvio Berlusconi, tessera numero 1816). C’è un rapporto storico tra Carboni e i fratelli Silvio e Paolo, fin dai tempi dei progetti edilizi in Costa Turchese, degli investimenti per Olbia 2. C’è una vecchia frequentazione tra Carboni e Marcello Dell’Utri.

Ma non è archeologia investigativa, quella che emerge dall’inchiesta di Roma sulla “nuova P2”. Ci sono, da una parte, gli affari da realizzare oggi: nel settore dell’energia eolica in Sardegna, per esempio, con rapporti stretti con i vertici del potere politico dell’isola, su su fino al presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ma, dall’altra, c’è di più. Quello che emerge è un sistema di potere. Il vecchio metodo della vecchia P2: determinare le scelte della politica, pilotare le decisioni della magistratura, teleguidare l’informazione, dirottare soldi e affari. Quel metodo continua anche oggi. Per esempio nei tentativi di influire sulla Corte costituzionale che nel 2009 doveva decidere sul Lodo Alfano (cioè sulla salvezza totale, sull’improcessabilità di Silvio Berlusconi alle prese con il processo Mills). A maggio 2009, a casa del giudice della Consulta Luigi Mazzella, a Roma, arrivano il suo collega Paolo Maria Napolitano, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini e lui, Silvio Berlusconi in persona. Una delle più imbarazzanti cene nella storia della Repubblica. Sui giornali esplode lo scandalo. Appare chiaro il tentativo di condizionare la Corte. Eppure il progetto non viene abbandonato. Quattro mesi dopo, a pochi giorni dal giudizio della Consulta, il lavoro iniziato è proseguito da Denis Verdini: il 23 settembre, infatti, il coordinatore del Pdl riunisce nella sua abitazione romana Carboni, Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi (i due personaggi arrestati con Carboni nell’inchiesta romana).

L’obiettivo è influire sulla Corte perché non bocci (come invece farà) il Lodo Salvaberlusconi. Ma la superlobby segreta lavora anche per influire sulla decisione della Corte d’appello di Milano che deve valutare l’esclusione della lista Formigoni alle Regionali. Per pesare sull’attività del Consiglio superiore della magistratura. Per sostenere la candidatura di Nicola Cosentino alle regionali in Campania…

Il fatto che le manovre non riescano non assolve chi comunque le mette in atto, non sminuisce di un grammo le sue responsabilità. La “nuova P2” lavora a tempo pieno per sostituire gli interessi degli “affiliati” alle regole istituzionali, ai percorsi della democrazia. In questo sodalizio, che somma influenze massoniche e presenze opusdeiste (Dell’Utri), ha un ruolo centrale Denis Verdini. Ruolo politico, anche al di là dell’eventuale qualificazione giudiziaria. Verdini è, al tempo stesso, potente coordinatore del Pdl, banchiere di un piccolo Banco Ambrosiano pronto a finanziare gli amici, punto di riferimento degli uomini della “cricca”.

Il Popolo della libertà ha un cuore segreto, un’attività sotterranea. Le indagini dei magistrati, con le intercettazioni telefoniche e ambientali, possono svelarli. Ecco perché per Silvio Berlusconi, massimo punto d’equilibrio politico della “nuova P2”, la legge bavaglio “è sacrosanta”.

Thomas Sankara - Il discorso sul debito - 2/2

Thomas Sankara Il discorso sul debito - 1 di 2

Francesco Guccini - La Ballata Degli Annegati

The Funeral of Jan Palach 25/1/1969

Eppure soffia

Addio Josè Mourinho - Robin Hood lascia l'Inter e il calcio italiano

Ligabue & Guccini Live - Ho ancora la forza (Audio OK)

giovedì 8 luglio 2010


MANOVRA

"A rischio il processo Fininvest-Cir"
Il Pd scova una norma "anti-Mesiano"

Nell'emendamento che introduce la figura dell'ausiliario del giudice, un comma che di fatto sospende il procedimento per nove mesi. I democratici: "Alfano ministro ad personam". Salta la prova assunta dal cancelliere

ROMA - Nell'emendamento presentato ieri dal governo alla Manovra che introduce la figura dell'ausiliario del giudice spunta una norma che potrebbe di fatto sospendere il processo Fininvest-Cir per nove mesi. La norma, destinata a far discutere, è contenuta nel comma 18 dell'emendamento 48.0.1000.

A confermare l'ipotesi è il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, che ribattezza la previsione del governo come "anti-Mesiano" dal nome del giudice "duramente attaccato dalle reti tv della famiglia Berlusconi per aver firmato la sentenza che obbliga la Fininvest a risarcire la Cir di 750 milioni per l'affare Mondadori".

Il comma 18 dell'emendamento del governo recita testualmente: "Nei procedimenti civili contenziosi aventi ad oggetto diritti disponibili che, alla data di entrata in vigore della presente legge, pendono dinanzi alla Corte d'Appello, il giudice, su istanza di parte, anche con decreto pronunziato fuori udienza, rinvia il processo per un periodo di sei mesi per l'espletamento del procedimento di mediazione".

Secondo la Ferranti, "nelle pieghe dell'emendamento governativo c'è l'ennesima scandalosa norma ad personam che serve unicamente a salvare gli interessi della famiglia Berlusconi". La parlamentare democratica prosegue ironizzando sulle dichiarazioni d'intenti del Guardasigilli a proposito della velocità della giustizia: "Il ministro Alfano per fare un favore al premier tira il freno a mano e rallenta tutti i processi civili".

Ieri il gruppo democratico aveva individuato un'altra norma che poteva influire sul contenzioso, in quanto volta a ridurre i processi tributari pendenti. Secondo il Pd, in base all'emendamento, Mondadori potrebbe estinguere la pendenza pagando il 5% del dovuto. L'ipotesi era stata smentita dal sottosegretario all'Economia, Luigi Casero.

Nel frattempo le modifiche al testo originario continuano. Dopo i rilievi della commissione Giustizia del Senato il cancelliere non potrà assumere la prova, l'ausiliario potrà sostituire il giudice "solo se le parti ne facciano concorde richiesta" e sarà il giudice a fissare l'udienza per il giuramento dell'ausiliario. Gli ausiliari potranno essere magistrati onorari, anche se cessati dal servizio da non più di 5 anni, avvocati con anzianità di iscrizione all'albo di almeno 5 anni, notai, anche collocati a riposo, magistrati collocati a riposo, avvocati dello Stato collocati a riposo, docenti o ricercatori universitari, anche collocati a ripos

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