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martedì 9 febbraio 2010


La Banca Arner e le ville di Antigua 25 milioni sospetti finiti in Svizzera

MILANO - «La luce del turchese, il respiro del sole, la poesia del corallo, il suono della tranquillità». E via con una serie di frasi fatte, neanche troppo difficili da trovare per un paradiso terrestre, come Antigua. Sono le parole che campeggiano sul depliant dell' Emerald Cove, un complesso residenziale di lusso che la Flat Point Development starebbe costruendo sull' isola caraibica nella baia di Nonsuch Bay. Golf, tennis, piscine, ristoranti, una parte di alloggi destinata a residence e un' altra ad hotel. Poi ville, direttamente sulla spiaggia con cinque camere da letto, patii e terrazze. Quanto di più esclusivo si possa sognare di avere in riva al mare. Ma chi stia costruendo, e per chi, resta un mistero. Come quei 25 milioni di euro giunti in tre anni sul conto corrente della Flat Point acceso presso la filiale milanese di Banca Arner e subito trasferiti in Svizzera. Di certo l' incaricato del progetto è, come recita il depliant, Gianni Gamondi. Non uno sconosciuto, ma l' architetto, guru della Costa Smeralda, che ha progettato i giardini di Villa Certosa, la residenza sarda del premier Silvio Berlusconi, l' architetto che sempre nei Caraibi, a Barbados, ha realizzato il Krizia K Club di Barbuda. C' è la sua faccia davanti al progetto, ma non si conosce il proprietario reale della Flat Point Development. La società, con sede legale ad Antigua, ovviamente un Paese offshore, ha una sede secondaria a Torino in Galleria San Federico 54. Questo sarebbe il quartier generale italiano per raccogliere i clienti, anche se chiamando ad Antigua al numero pubblicizzato dal sito Internet dell' Emerald Cove, il direttore generale indirizza chi è interessato ad acquistare un appartamento nona Torino, maa Milano e, invece di fornire un numero telefonico, spiattella un indirizzo mail, flatpoint@emeraldcoveantigua. com. A Milano, tuttavia, se non si trova traccia della gestione degli alloggi, si trova quantomeno la gestione finanziaria della Flat Point. La società ha un conto corrente (il 387-20) presso la Banca Arner, la filiale milanese del piccolo istituto elvetico commissariata dalla Banca d' Italia dopo l' arresto del suo ex presidente Nicola Bravetti per un' inchiesta di riciclaggio. La Banca tra l' altro non è una banca qualsiasi perché tra i suoi soci annovera, oltre a Bravetti, Paolo Del Bue col 34,8% del capitale. Del Bue è un uomo di Berlusconi, tanto vicino al premier da aver gestito i conti esteri della Century One e della Universal One, considerate dai giudici del processo Mills di Milano le casseforti estere di Berlusconi. In Arner della Flat Point Development se ne occupa direttamente l' amministratore delegato, Davide Jarach, ora soppiantato dai commissari. Qui il 24 settembre 2005 viene aperto un conto corrente in euro, come se la società fosse residente in Italia, giustificato con l' apertura della sede di Torino. La normativa valutaria, in realtà, lo consente solo se esiste una stabile organizzazione della società sul territorio italiano e nel 2007, la Flat Point non ha compiuto nessuna operazione imponibile, quindi non ha mai versato Iva. Eppure da quando ha aperto il conto ha movimentato una gran quantità di denaro. In tre anni su quel rapporto fiduciario sono passati ben 25 milioni di euro. Un movimento che non ha mancato di insospettire gli uomini dell' antiriciclaggio di Banca d' Italia. Quei soldi infatti venivano bonificati da banche italiane sul conto della Arner di Milano. E poi quasi contemporaneamente venivano trasferiti a Lugano. Se chi faceva i bonifici avesse versato quei soldi in Svizzera sarebbe dovuto passare attraverso le maglie della normativa antiriciclaggio. Grazie invece alla triangolazione con la sede milanese della Arner, si riusciva a evitare questi fastidiosi problemi. Le giustificazioni, le avrebbe dovute fornire la Arner che ovviamente non si è mai peritata di segnalare alcunché. Così nel 2005, senza colpo ferire, sono passati 1,8 milioni di euro sui conti della Flat Point, altri 343mila euro nel 2006 e ben 13,1 milioni nel 2007. L' attività è continuata anche nel 2008 (10,1 milioni), cioè dopo l' ispezione di Banca d' Italia, avvenuta tra gennaio e aprile, e sotto la gestione del commissario Alessandro Marcheselli. Il flusso di denaro si è interrotto solo a giugno, quando, guarda caso, nel registro degli indagatiè finito lo stesso Marcheselli per favoreggiamento al riciclaggio. A maggio è lo stesso premier Silvio Berlusconi a versare dai suoi conti personali alla Flat Point 3.367.904 euro. La causale: «Saldo costo originario e variante 2 al netto ritenuta e variante 9». © RIPRODUZIONE RISERVATA - WALTER GALBIATI

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